Illuminazione e acustica: approfondimenti e soluzioni innovative

Illuminazione e acustica negli ambienti scolastici

L’ambiente scolastico deve garantire benessere visivo e acustico, favorendo la concentrazione e il comfort di studenti e docenti. Un’illuminazione non adeguata o un’acustica disturbante possono compromettere l’apprendimento e il rendimento. Le nostre lampade fonoassorbenti offrono una soluzione integrata, migliorando la qualità della luce e riducendo il rumore nelle aule e nelle aree comuni.

    Acustica e Illuminotecnica nelle scuole: il quadro normativo.

    Per la progettazione degli aspetti acustici ed illuminotecnici negli edifici scolastici disponiamo di due norme UNI:

    • UNI 11532-2:2022 “Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione – Parte 2: Settore scolastico”.

    Questa normativa tratta il tema dell’isolamento acustico degli edifici dai rumori esterni e tra ambienti adiacenti, ed il tema del comfort acustico interno: relativamente a questo secondo tema, gestibile mediante la realizzazione di opportuni allestimenti fonoassorbenti, la norma assume come rappresentativi i valori di Tempo di Riverberazione (T60), Speech Transmission Index (STI) e Chiarezza (C50).

    • UNI EN 12464-1:2021 “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro in interni” con particolare riferimento al Prospetto 43 “Edifici scolastici – Asili nido e scuole materne” ed al Prospetto 44 “Edifici scolastici – Locali scolastici”.

    Questa normativa fornisce dei parametri di riferimento per elaborare un corretto progetto illuminotecnico, indicando valori di Illuminamento (E), UGR e temperature di colore consigliate in base alle specifiche destinazioni d’uso.

    Sulla base delle indicazioni normative, è dunque possibile sviluppare progetti acustici ed illuminotecnici per gli ambienti scolastici, e dare forma ad allestimenti che rispondano ad entrambe le esigenze tecniche, oltre a contribuire a definire l’estetica degli ambienti.

    Lampade fonoassorbenti by LAMPADE.com: un pratico strumento operativo per le scuole

    LAMPADE.com propone una gamma di lampade fonoassorbenti con specifiche caratteristiche acustiche ed illuminotecniche, ideali per installazioni in contesti scolastici in cui è necessario garantire una buona illuminazione e controllare il livello sonoro per svolgere al meglio le attività didattiche.

    L’ampia scelta di colori, forme e dimensioni permette di individuare la soluzione esteticamente e progettualmente più adatta al tipo di contesto, mentre le numerose tipologie di lampade consentono di realizzare installazioni con budget più o meno contenuti, senza precludere il risultato tecnico ed estetico finale.

    Altro aspetto fondamentale nell’ambito di installazioni realizzate in edifici scolastici è l’eco-sostenibilità dei prodotti utilizzati: LAMPADE.com sviluppa le sue produzioni secondo principi di completa eco-compatibilità, utilizzando materiali per la quasi totalità riciclabili e provenienti da riciclo e rispondenti ai requisiti minimi ambientali richiesti dalle normative vigenti.

    Inoltre i prodotti di LAMPADE.com non prevedono alcun uso di FAV (Fibre Artificiali Vetrose, quali lana di roccia o lana di vetro), e non contengono pertanto leganti a base formaldeide, eliminando ogni possibilità di dispersione in ambiente di polveri inalabili: questo specifico aspetto risulta di fondamentale importanza nel caso di installazioni in contesti scolastici (asili nido, scuole materne, elementari, medie etc.) in quanto la sicurezza e la salubrità degli ambienti deve essere sempre garantita e mai compromessa dall’utilizzo di materiali potenzialmente nocivi.

    L’attenzione alla sostenibilità ambientale ed alla sicurezza delle materie prime utilizzate durante l’intero processo produttivo, è per LAMPADE.com una tassativa prerogativa aziendale a tutela del proprio personale, dei propri Clienti ed utilizzatori finali.

    I progetti di relamping nelle scuole

    L’attenzione crescente ai temi della sostenibilità ambientale, si è tradotta in numerose strategie d’intervento correttive, a partire dagli edifici scolastici che rappresentano un consistente patrimonio edilizio nel nostro paese: intervenire per migliorare l’efficienza energetica delle scuole significa dunque contribuire in maniera sostanziale al cambiamento.

    Oltre alle caratteristiche costruttive degli edifici, e con particolare riferimento agli aspetti termici dell’involucro esterno, la gestione interna degli ambienti in termini di tipologia di arredi, gestione degli spazi e sistemi di illuminazione, può consentire un decisivo miglioramento nell’efficientamento energetico.

    In questo scenario di cambiamento sostenibile, hanno preso forma negli ultimi anni molti in complessi scolastici comunali e privati, progetti di relamping che prevedono la sostituzione dei corpi illuminanti di vecchia generazione con apparecchi led ad alta efficienza.

    È inoltre consuetudine associare a questi progetti, interventi volti a migliorare la qualità degli ambienti scolastici, rendendo gli spazi più confortevoli agendo sull’estetica e sull’acustica: vengono quindi progettati e realizzati allestimenti con lampade fonoassorbenti di design di ultima generazione, che consentono la gestione simultanea di illuminazione e controllo del rumore, ed arricchiscono e completano il tradizionale arredo scolastico.

    Illuminazione e acustica nei grandi ambienti collettivi

    Gli spazi pubblici come sale conferenze, auditorium e ristoranti necessitano di una gestione attenta di luce e suono per garantire un’esperienza confortevole e priva di disturbi acustici. La corretta illuminotecnica unita a soluzioni fonoassorbenti permette di creare ambienti equilibrati, riducendo il riverbero e migliorando la percezione visiva e sonora.

      specifiche normative tecniche di settore previste

      Attraverso una rapida analisi delle specifiche normative tecniche di settore previste per ognuno dei contesti citati, ma senza entrare nel merito delle molteplici variabili progettuali e di buona prassi costruttiva delle singole tipologie di edifici, ciò che accomuna tutti questi luoghi è sostanzialmente la necessità di rispondere adeguatamente a quattro requisiti essenziali:

      1. FUNZIONALITÀ
      2. SICUREZZA
      3. ESTETICA
      4. ECOCOMPATIBILITÀ

      Analizziamo di seguito e in modalità sintetica i suddetti requisiti.

      1) FUNZIONALITÀ
      Nel riferirci agli aspetti della funzionalità e limitando ovviamente le considerazioni ai soli aspetti acustici e illuminotecnici, suddividiamo, per semplicità di trattazione, il tema in tre filoni:

      • Aspetti normativi acustici
      • Aspetti normativi illuminotecnici
      • Comfort acustico e visivo percepito

      Aspetti normativi acustici

      Parlando di qualità negli allestimenti acustici all’interno degli spazi architettonici, intendiamo indirizzare le nostre valutazioni sugli aspetti propriamente connessi al fonoassorbimento e alla riverberazione, escludendo per brevità gli aspetti legati all’isolamento acustico (separazione acustica rispetto ai locali confinanti e alle aree esterne), che per vastità dei temi e complessità dell’argomento, richiedono necessariamente una trattazione dedicata più approfondita.

      Si deve infatti valutare che l’acustica interna, richiede generalmente una gestione piuttosto semplificata negli allestimenti, con rapidi interventi di adeguamento su edifici preesistenti oppure con l’integrazione di interventi di correzione acustica non valutati in sede progettuale, prevedendo l’inserimento di moduli fonoassorbenti assimilabili a componenti di arredamento.

      Per l’individuazione dei corretti valori e parametri progettuali cui attenersi nella gestione della acustica interna degli spazi architettonici, ci si riferisce alla normativa UNI 11532-2:2022 “Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione “.

      La norma descrive gli aspetti generali comuni a tutti i settori di applicazione, indicando i descrittori che meglio rappresentano la qualità acustica di un ambiente, i valori di riferimento in relazione alla destinazione d’uso, i metodi di previsione e le tecniche di valutazione.

      La norma si applica a diverse destinazioni d’uso quali:

      • settore scolastico – comunicativo – collettivo – piccole sale conferenze e/o polifunzionali col limite di 250 m³;
      • settore sanitario;
      • settore uffici, con riguardo degli open plan offices;
      • settore ristorazione;
      • settore direzionale commerciale – sportivo – terziario;
      • settore produttivo/industriale – fieristico – espositivo.

      Aspetti normativi illuminotecnici

      I parametri illuminotecnici cui attenersi nella progettazione degli ambienti collettivi sono contenuti nella normativa UNI EN 12464-1:2021 “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro”.

      Tale norma determina i valori di illuminamento medio (Em) espresso in Lux, da garantire per gli ambienti interni, in relazione alle varie destinazioni d’uso.

      La norma prevede inoltre di valutare la conformità di alcuni altri indici descrittori, che risultano particolarmente importanti nella progettazione illuminotecnica avanzata, quali per esempio:

      • l’abbagliamento molesto UGR
      • la Resa del Colore (Ra) che definisce la capacità di una lampada di restituire in modo adeguato i vari colori
      • Temperatura di Colore espressa in Kelvin (K) che suddivide l’apparenza del colore in luci calde, neutre e fredde
      • il Fattore di Manutenzione, da stabilirsi a cura del progettista in base alle caratteristiche dell’impianto e dell’ambiente.

      È opportuno evidenziare che la UNI EN 12464-1, come indicato dal titolo esteso della normativa, nasce dalla necessità di fornire un dettagliato inquadramento normativo alle prestazioni illuminotecniche nei luoghi di lavoro: nel caso di progetti di spazi collettivi, tale norma è dunque da considerare come punto di riferimento, ed interpretata sulla base dello specifico caso di applicazione, non limitandosi ad una lettura semplicistica e meccanica dei dati in essa contenuti.

      Comfort acustico e visivo percepito

      Nei precedenti paragrafi ci siamo soffermati sugli aspetti prettamente normativi e sui valori di riferimento da considerare nella progettazione acustica ed illuminotecnica, considerando tali aspetti come requisiti minimi di progetto.

      È opportuno precisare che se i valori normativi sono definibili mediante opportuni progetti e calcoli matematici, la percezione del comfort acustico e visivo rappresenta un elemento soggettivo, che può variare da persona a persona. È pertanto consigliabile partire dai valori ottimali di progetto e declinare il tutto in base allo specifico caso di installazione, considerando la destinazione d’uso, le tipologie di utenze e in generale le scelte architettoniche e stilistiche previste dal progetto.

      In generale, lo strumento operativo più utile e maggiormente utilizzato per definire la qualità acustica di un ambiente, è il valore del Tempo di Riverberazione (spesso sintetizzato con la sigla T60): tale descrittore permette di valutare le condizioni acustiche generali di ogni spazio architettonico.

      Vi sono però contesti architettonici in cui le attività di carattere sonoro hanno un particolare rilievo e sono un aspetto determinante della loro funzionalità: con ciò non vogliamo riferirci univocamente ai luoghi destinati alle attività musicali e di spettacolo, che risulterebbe quantomeno ovvio, ma in modo più ampio vogliamo includere anche tutti gli spazi in cui la funzione del parlato ed il contenimento dei disturbi sonori è un prerequisito essenziale, estendendo perciò queste considerazioni anche ai luoghi di lavoro, come sale conferenze o meeting room.

      In questi ambienti è consigliabile integrare le valutazioni acustiche relative alla condizione di riverbero, analizzando specifici indici descrittori che ci consentano di misurare più nel dettaglio la qualità sonora di un ambiente e la sua capacità di svolgere compiutamente la funzione cui sono preposti, con particolare riferimento alle attività del parlato umano.

      Si tratta in questo caso di parametri di uso pratico piuttosto complesso e ad oggi non vincolanti rispetto alla normativa vigente in Italia, ma in alcuni casi già presenti in alcune normative internazionali, come nel caso della “Classe di Articolazione (CA)”, prevista nella americana ASTM E-1110, seppur con la difficoltà di applicarla in contesti sonori non in lingua inglese. La Classe di Articolazione permette di valutare gli spazi in termini di attenuazione del disturbo tra zone tra loro vicine e può in questo caso avere una buona utilità nelle analisi di ambienti ufficio.

      Vi sono poi altri indici quali l’ALCONS%, che mostra in percentuale il numero di consonanti non percepite, considerando che nella comprensibilità di un discorso le consonanti assumono un ruolo molto più significativo rispetto alle vocali.

      Ulteriori indici di valutazione, peraltro molto similari tra loro, sono lo STI e il RASTI, che consentono di misurare l’intelligibilità del discorso, ossia di valutare se un qualsiasi messaggio sonoro emesso da una persona che parla, viene favorito o penalizzato dal contesto architettonico in cui ci si trova, e che possono rappresentare un utile strumento operativo per analisi acustiche avanzate.

      Relativamente all’aspetto dell’intelligibilità del parlato, possiamo tornare brevemente al Tempo di Riverberazione T60 prima introdotto, considerandone nuovamente la validità nelle analisi complesse.

      La condizione preferibile è quella di un T60 corretto nei suoi valori assoluti, ma anche lineare sull’intero spettro sonoro. Ciò evita marcati ritorni sonori di specifiche frequenze a scapito di altre, consentendo un ascolto ottimale e non falsato di tutti i possibili suoni emessi, incluse le frequenze del parlato umano.

      Tutto ciò è facilmente comprensibile se si pensa all’ampia estensione della voce umana che prevede un range di frequenze che va da 200 a 5.000 Hz, dove la maggiore potenza acustica si trova al di sotto dei 1.000 Hz e la più grande dinamica energetica si trova fra 200 e 600 Hz.

      Le vocali generalmente hanno maggiore energia e occupano le basse frequenze, mentre le consonanti hanno minore energia e occupano le alte frequenze (da 1100 a 4.000 Hz).

      La percettibilità delle consonanti ha un ruolo fondamentale nella intellegibilità del parlato: capire se ci hanno detto “monte” o “ponte” è funzione della percettibilità di “m” o “p”.

      Le frequenze al di sopra dei 1.000 Hz, e specificatamente le frequenze nella gamma da 2.000 a 4.000 Hz, sono pertanto determinanti per la intelligibilità del parlato.

      2) SICUREZZA

      Relativamente al tema della SICUREZZA, tema fondamentale nei progetti di spazi collettivi, rimandiamo alla pagina di approfondimento Lampade fonoassorbenti LAMPADE.com – CRITERI DI CERTIFICAZIONE E MARCATURA CE, in cui viene data ampia trattazione degli aspetti relativi alla sicurezza ed ai requisiti per la marcatura CE per le lampade fonoassorbenti.

      3) ESTETICA

      Per chi ha avuto l’interesse e la pazienza di seguirci fino a questa parte del discorso, crediamo di poter dire che siamo arrivati alla parte divertente, e sostanzialmente quella che veramente interessa ad ognuno di noi che ha scelto la professione di architetto, interior designer, visual merchandiser o che semplicemente si considera un appassionato di design.

      Se infatti la precedente parte del testo era finalizzata alla esposizione degli strumenti tecnici, normativi e metodologici più corretti nell’affrontare questi temi, passiamo ora a descrivere le ampie possibilità di utilizzo pratico nella progettazione degli allestimenti acustici ed illuminotecnici.

      La scelta della tipologia di lampada fonoassorbente più adatta al tipo di contesto architettonico e valevole sia per gli aspetti estetici che funzionali, può essere valutata mediante un’attenta lettura del contesto architettonico analizzando i seguenti aspetti:

      • I volumi architettonici

      L’analisi di questo primo aspetto ci consente di suddividere le possibili soluzioni di intervento e selezionare per macro-categorie i prodotti idonei allo specifico caso: un soffitto di altezza ridotta porterà certamente a soluzioni di allestimento con corpi illuminanti e fonoassorbenti direttamente in aderenza al soffitto; di contro un ambiente dalle volte molto alte, richiederà certamente la collocazione di elementi piani, prismatici o isole in sospensione dai soffitti e questo non solo ai fini estetici, ma anche per garantire da un punto di vista acustico un’adeguata rottura delle onde sonore, e, da un punto di vista illuminotecnico, per non allontanare eccessivamente le sorgenti di luce dalle zone di fruizione.

      • Le superfici

      L’analisi delle superfici che compongono lo spazio è nella consuetudine il secondo aspetto nelle valutazioni: la presenza di superfici libere e riflettenti determinerà l’incremento delle quantità di materiali fonoassorbenti da applicare per il trattamento acustico, ma al contempo, la presenza di tali superfici, soprattutto se in colorazione tenue, favorirà la diffusione della luce, con la conseguente riduzione dei corpi illuminanti necessari.

      • Lo stile

      Se le precedenti considerazioni hanno una ricaduta anche sugli aspetti funzionali delle installazioni, passando ora alla lettura del contesto stilistico e formale in cui si va ad intervenire, entriamo di buon grado nella pura estetica e di conseguenza le valutazioni che ne deriveranno saranno ampiamente reinterpretabili secondo la sensibilità ed il gusto di ogni singolo lettore.

      4) ECOCOMPATIBILITÀ

      Le tematiche ecologiche rappresentano un requisito di elevata importanza, che negli anni ha progressivamente assunto un valore preminente.

      Se per certi aspetti questa parte del discorso rientra negli aspetti legati alla sicurezza, per tutto ciò che riguarda l’atossicità e salubrità di prodotti e materiali utilizzati, vi è però un’estensione di questo tema che include argomentazioni che potremmo dire di carattere prettamente etico, per tutto ciò che concerne la eco-compatibilità e la possibilità di riciclo dei prodotti medesimi.

      Riguardo a questo aspetto, vogliamo includere tra i casi virtuosi anche la nostra azienda LAMPADE.com, che prevede una filiera produttiva interamente concepita secondo tali canoni, in cui non solo si parla di riciclabilità futura del prodotto commercializzato, ma anche di realizzazione del prodotto stesso con materiali semilavorati provenienti da canali di riciclo.

      Con particolare riferimento alla linea di lampade fonoassorbenti, un esempio è sicuramente la scelta di utilizzare fibre di PET (poliestere) proveniente dal riciclo dei contenitori in plastica, per la realizzazione dei coibenti acustici delle lampade e per i rivestimenti estetici in tessuto colorato, in sostituzione delle ormai obsolete lane e fibre di origine minerale.

      Progettare l’illuminazione e l’acustica della tua casa

      Creare un ambiente domestico confortevole richiede un’attenta pianificazione dell’illuminazione e dell’acustica. Grazie alla nostra esperienza, abbiamo raccolto consigli utili per aiutarti a progettare al meglio la luce e il comfort sonoro della tua casa. Scopri come ottimizzare ogni spazio con le giuste soluzioni illuminotecniche e acustiche.

      I consigli di LAMPADE.com per il progetto illuminotecnico ed acustico della tua casa

      Una corretta illuminazione ed un’acustica gradevole all’interno di uno spazio abitativo, completano il cosiddetto “benessere abitativo”, quella sensazione di comfort complessivo percepito che caratterizza gli ambienti ben progettati in termini di spazi, finiture, arredi e con adeguati valori di temperatura ed umidità.

      A definire la qualità degli spazi domestici infatti non è la sola dimensione degli ambienti, il colore delle pareti o la tipologia degli arredi scelti: una buona illuminazione ed il corretto controllo del rumore interno possono fare la differenza.

      Illuminazione ed acustica sono dunque le due tematiche su cui LAMPADE.com offre qualche consiglio per impreziosire gli spazi abitativi e renderli più confortevoli, e per cui propone una linea di lampade fonoassorbenti ideali per la gestione simultanea di questi due fondamentali elementi progettuali.

      Progettare l’illuminazione domestica

      L’illuminazione di un’ambiente abitativo deve tenere conto delle diverse esigenze e funzioni degli spazi e considerare una serie di parametri:

      1. Analisi del contesto d’installazione

      L’analisi delle caratteristiche dell’ambiente rappresenta un primo passaggio fondamentale nella progettazione illuminotecnica domestica: la dimensione della stanza e la sua destinazione d’uso (soggiorno, camera da letto, cucina o studio), determinano l’illuminamento ed il numero di punti luce necessari per un’illuminazione ottimale, mentre le finiture ed i colori di pareti e soffitto, influiscono sulla rifrazione della luce. Infine l’organizzazione dello spazio e la disposizione degli arredi potranno condizionare la distribuzione dei punti luce e la scelta della tipologia dei sistemi d’illuminazione, in termini tecnici, estetici e funzionali.

      1. Scegliere la posizione dei punti luce e la tipologia d’illuminazione

      Una volta analizzato il contesto occorre definire se si preferisce optare per un’illuminazione più soffusa, più accentuata o puntuale, oppure uniforme nell’intero ambiente: questa scelta condiziona la posizione dei punti luce a soffitto e la loro tipologia (lampade a sospensione o plafoniere).

      In questa fase viene inoltre scelta la temperatura di colore della luce (luce calda, neutra o fredda), che può influenzare la percezione dei colori in ambiente e l’effetto visivo complessivo.

      1. Definizione allestimento illuminotecnico

      In base alla tipologia ed allo stile degli arredi, e considerando il numero e la disposizione dei punti luce definiti al punto 2, occorrerà ora definire le caratteristiche estetiche dell’allestimento illuminotecnico.

      Per maggior approfondimenti sul tema vi invitiamo a visitare la pagina di approfondimento dedicata al tema dell’illuminotecnica .

      Progettare l’acustica domestica

      L’acustica domestica si divide in due filoni: fonoisolamento e fonoassorbimento.

      • Il fonoisolamento è quel parametro che descrive l’isolamento acustico tra diverse unità abitative, tra interno ed esterno e/o tra stanze adiacenti, e dipende dalle caratteristiche tecniche della stratigrafia delle partizioni interne (pareti e soffitti) ed esterne (muri perimetrali), e degli infissi (finestre, porte interne, portoncini d’ingresso etc.): rientrano nell’ambito di problematiche di fonoisolamento per esempio il sentire i rumori provenienti dall’esterno (traffico, treno etc.) o dai vicini di casa, oppure sentire ciò che avviene nella stanza accanto.

      Questo tipo di problematiche richiede generalmente l’applicazione di soluzioni tecniche invasive ed onerose, che possono interessare le partizioni interne della casa o l’involucro esterno, prevedendone l’implementazione in continuo della stratigrafia esistente, oppure riguardare gli infissi prevedendone la sostituzione con tipologie più performanti.

      • Il fonoassorbimento è invece quel parametro che descrive la qualità acustica interna degli ambienti, e dipende dalle caratteristiche dimensionali degli spazi, dal tipo di finiture ed arredi presenti: si parla di problemi di fonoassorbimento in quegli ambienti in cui si percepisce una sensazione di rimbombo.

      Questo tipo di problematica, a differenza delle precedenti, è facilmente gestibile mediante l’installazione di prodotti fonoassorbenti in grado di ridurre il fenomeno di riverbero (eco).

      La presente trattazione, analizzando il tema del comfort acustico interno all’ambiente abitativo, tratta il tema del fonoassorbimento, escludendo il tema del fonoisolamento.

      Indichiamo di seguito i tre passaggi da considerare per gestire al meglio la progettazione acustica di uno spazio domestico.

      1. Definizione della problematica di riverbero

      Il riverbero (o rimbombo) dipende da diversi fattori come per esempio la dimensione degli spazi, il tipo di finiture e di materiali utilizzati: analizzando queste caratteristiche è possibile stabilire il livello di rimbombo, definendo matematicamente il valore di T60 o tempo di riverberazione: maggiore è tale valore, maggiore sarà la sensazione di rimbombo percepita.

      1. Definizione quantitativo materiale fonoassorbente

      Per ridurre tale valore di riverbero, occorrerà installare in ambiente un adeguato quantitativo di materiale fonoassorbente, definito in base alle caratteristiche dimensionali ed architettoniche dell’ambiente analizzate al punto 1.

      1. Definizione allestimento acustico

      In base alla tipologia ed allo stile degli arredi, e considerando le quantità di materiale fonoassorbente da installare definite al punto 2, occorrerà ora definire le caratteristiche estetiche dell’allestimento acustico.

      Per maggior approfondimenti sul tema vi invitiamo a visitare la pagina di approfondimento dedicata al tema dell’acustica .

      Progettare illuminazione e acustica domestica

      Per progetti di spazi domestici in cui vi è l’esigenza di gestire sia gli aspetti illuminotecnici che acustici, occorre eseguire le valutazioni tecniche descritte nei precedenti paragrafi, mentre per quanto riguarda la definizione dell’allestimento, LAMPADE.com propone una linea di lampade fonoassorbenti caratterizzate dal design esclusivo ed originale. > Guarda il catalogo

      Lampade in tessuto, lampadari tridimensionali per installazioni sospese e curiose forme geometriche, permettono di realizzare allestimenti dallo spiccato valore aggiunto, in grado di rendere unico ogni spazio.

      Illuminotecnica: la corretta illuminazione in ogni ambiente

      Ogni spazio ha esigenze di illuminazione specifiche, che devono essere studiate con precisione per garantire comfort visivo, efficienza energetica e valorizzazione degli ambienti. Dalla scelta della temperatura colore all’intensità luminosa, scopri come progettare al meglio la luce nei tuoi spazi.

      GUIDA PRATICA SEMPLIFICATA PER IL CALCOLO ILLUMINOTECNICO:

        introduzione

        La progettazione illuminotecnica professionale, come del resto tutte le attività tecniche ad elevata specializzazione, richiede di norma un considerevole bagaglio di competenze ed esperienza, che non può di certo essere sintetizzata in una breve descrizione.

        Ben coscienti del carattere assolutamente semplificativo e divulgativo dei contenuti che seguono, abbiamo in ogni caso tentato di sviluppare una sintetica guida pratica, che condensasse gli aspetti principali della progettazione in campo illuminotecnico, rendendo accessibile ad un’utenza più ampia, queste tematiche non semplicissime.

        Lo scopo è quello di fornire un primo strumento operativo che consenta ai nostri utenti di dimensionare preliminarmente gli interventi di illuminazione, per individuare e quantificare i prodotti più adatti al singolo caso di installazione.

        Il presente approfondimento di articola in due parti:

        • Mini-guida pratica semplificata per il calcolo illuminotecnico
        • Glossario sintetico: selezione terminologie relative ai fondamenti dell’illuminotecnica

        Rimane in ogni caso valido il consiglio di approfondire ulteriormente questi aspetti tecnici, con la lettura di testi specialistici di settore, o di ricorrere al supporto professionale di un progettista illuminotecnico qualificato.

        Ai fini di una estrema semplificazione dei concetti, nella presente mini-guida vengono tralasciati alcuni aspetti di certo non secondari quali l’UGRL (unified glare rating) che valuta l’abbagliamento fisiologico e l’indice di resa cromatica (Ra IRC CRI), mantenendo solo un breve cenno sugli importanti aspetti relativi alla tonalità della luce (Kelvin) e focalizzando principalmente l’attenzione sugli aspetti legati al calcolo dell’illuminamento (lx Lux).

        Si evidenzia che per una corretta e completa progettazione del comfort luminoso, tutti i parametri tecnici sopra indicati devono essere accuratamente verificati e si invita pertanto il lettore ad approfondire maggiormente tali aspetti.

        MINI-GUIDA PRATICA SEMPLIFICATA PER IL CALCOLO ILLUMINOTECNICO

        Ai fini illuminotecnici gli ambienti si dividono sostanzialmente in 2 macro-categorie, corrispondenti agli ambienti di lavoro, che in molti casi corrispondono anche con gli ambienti pubblici e gli spazi ad uso privato abitativo.

        Per la prima categoria esistono dettagliate prescrizioni normative (UNI EN 12464-1:2021), mentre per la categoria degli spazi privati, pur in presenza di indicazioni tecniche (UNI 10380), il tutto è maggiormente riconducibile a criteri di soggettività nella scelta.

        Per chi volesse maggiormente approfondire il concetto di illuminamento (non accontentandosi del generico concetto di quantità di luce), rimandiamo a questa pagina di approfondimento di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Illuminamento.

        E’ inoltre essenziale fare un breve cenno introduttivo sugli aspetti cromatici della luce, in quanto la tonalità di colore generata da un corpo illuminante è uno degli aspetti che maggiormente determina il comfort visivo percepito.

        Parliamo in questo caso di Temperatura di Colore, che è un valore numericamente espresso in Kelvin (K) e che rappresenta la tonalità cromatica (colore) della luce.

        Nell’uso comune ci si riferisce più spesso ai concetti di luce calda, fredda e neutra, che per convenzione e come stabilito dalla normativa UNI 12464 si riferiscono ai seguenti valori:

        • Luce calda (o Warm white – bianco caldo) per temperature di colore inferiori a 3300 K
        • Luce fredda (o Cold white – bianco freddo) per temperature di colore superiori ai 5300 K
        • Luce neutra (o Natural white – bianco neutro) per temperature comprese tra 3300 k e 5300 K.

        La luce calda da 3000 K genera una tonalità di colore percettivamente tendente al giallo e produce conseguentemente una percezione di calore, per tale motivo questa tipologia di luce risulta particolarmente efficace in installazioni domestiche e nel settore ristorazione.

        La luce fredda con temperatura di colore oltre i 5300 K viene è invece percepita come cromaticamente più tendente al bianco/blu. Questa luce produce nitidezza e definizione degli oggetti e risulta pertanto particolarmente adatta negli ambienti ufficio, in molti spazi destinati alla vendita (non alimentare) e nel settore espositivo.

        La luce neutra, con temperature intorno ai 4000 K, rappresenta invece la soluzione maggiormente richiesta ed utilizzata in ogni contesto architettonico in cui si ricerchi un effetto simile alla luce solare ricreando un’illuminazione naturale che non predilige un accento freddo o caldo e non altera le percezioni del colore.

        Valori di illuminamento richiesti per ogni tipologia di ambiente

        Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, i parametri illuminotecnici da garantire per ogni destinazione d’uso, sono accuratamente descritti nella NORMA UNI EN 12464-1 (Illuminazione dei luoghi di lavoro interni).

        Riportiamo di seguito una sintesi dei valori di illuminamento Em espresso in Lux, richiesto per alcuni ambienti caratteristici.

        Esempio pratico di calcolo

        Per una più immediata comprensione della metodologia di calcolo riportiamo di seguito un caso pratico di progetto.

        Dati di progetto

        Supponiamo di voler individuare la tipologia ed il quantitativo di corpi illuminanti da installarsi in un ambiente ad uso ufficio, per ottenere un valore di illuminamento Em pari a 350 Lux, sul piano di lavoro.

        L’ufficio in esame ha dimensioni in pianta di 4 x 5 mt (20 metri quadri) ed altezza 3 mt.

        Ipotizzando di avere delle scrivanie di altezza 80 cm e supponendo di voler collocare a soffitto delle lampade in sospensione su cavi, con distanziamento di 50 cm dal soffitto, avremo una distanza tra corpo illuminante e piano di lavoro pari a 170 cm (1,7 mt).

        Tipologia di lampada scelta

        Individuiamo nella linea di lampade CARTESIANA la tipologia di corpo illuminante che per specifiche tecniche ed estetiche risulta più adatta al nostro caso di installazione.

        Riferendoci ai dati indicati nella sezione “Specifiche tecniche” presente nella pagina della linea CARTESIANA avremo le seguenti caratteristiche del corpo illuminante:

        • Potenza: 25 W
        • Temperatura di colore: 4000 K
        • Flusso luminoso: 3125 lm
        • Fascio luminoso: 110°

        I dati che utilizzeremo per la definizione dell’illuminamento (lux) sul piano di lavoro, saranno il flusso luminoso, per definire la quantità di lumen emessi dalla lampada, ed il fascio luminoso (o beam angle) per rappresentare l’angolo di apertura del cono di emissione della luce e che ci permette di definire l’area illuminata sul piano di lavoro.

        Schema posizione lampada CARTESIANA in ambiente

        Calcolo

        Per calcolare il valore dell’illuminamento ottenuto sul piano di lavoro, ci occorre conoscere e definire due dati:

        1. Valore del flusso luminoso del corpo illuminante, espresso in lumen, che nel nostro caso è pari a 3125 lm
        2. Area, espressa in mq, della superficie del piano di lavoro illuminata dalla lampada, che dipende dalla posizione e dalla distanza del corpo illuminante rispetto al piano.

        Se il primo valore è noto e dipende dalla tipologia di lampada scelta, il secondo (l’Area illuminata) è da calcolare, e può essere definito utilizzando una metodologia grafica che illustriamo di seguito.

        Il flusso luminoso del corpo illuminante definisce graficamente un triangolo con le seguenti caratteristiche dimensionali:

        • Altezza: 170 cm, che corrisponde alla distanza lampada – piano di lavoro
        • Angolo: 110°, che corrisponde all’angolo di apertura del fascio luminoso
        • Base: 485,5 cm, che deriva dalla costruzione grafica del triangolo e corrisponderà al diametro della circonferenza che definisce la superficie illuminata sul piano di lavoro.

        La superficie illuminata sul piano di lavoro sarà quindi definita da una circonferenza con diametro pari a 485,5 cm, ossia la base del triangolo del flusso luminoso appena schematizzato.

        Un cerchio di diametro 485,5 cm (4,855 m) e quindi con raggio pari a 242,75 cm (2,4275 m), considerando la formula matematica A= π × r2, avrà un’area pari a 18,50 mq.

        Schematizzazione del flusso luminoso (triangolo) e della superficie illuminata sul piano di lavoro (cerchio)

        Riassumendo, come si può evincere dallo schema grafico sopra riportato, un corpo illuminante con flusso luminoso pari a 3125 lm, e con un angolo di apertura di 110° posto ad una distanza di 1,70 mt da un piano, genera una superficie illuminata (cerchio) di 18,50 metri quadri per ciascun punto luce (nel caso della lampada Cartesiana avremo N.2 punti luce per ciascuna lampada, disposti a 64,5 cm l’uno dall’altro).

        Il calcolo dell’illuminamento sul piano di lavoro sarà dato dalla semplice divisione dei lumen del flusso luminoso per tale superficie.

        Illuminamento E (Lux) = Flusso luminoso Φ (Lm) ÷ Area superficie illuminata A (mq)

        Illuminamento E = 3125 lm ÷ 18,50 mq

        Illuminamento E = 169 Lux

        Il valore di illuminamento ottenuto sul piano di lavoro e generata da ciascun punto luce è dunque pari a 169 Lux: considerando la sovrapposizione dei fasci luminosi dei due corpi illuminanti di cui si compone la lampada CARTESIANA, sarà possibile ottenere un illuminamento complessivo ideale del piano di lavoro.

        Qualora si voglia entrare in un maggiore dettaglio di analisi, si consiglia di approfondire i calcoli precedentemente eseguiti, con l’uso di curve fotometriche e di appositi programmi di calcolo, che consentono una analisi più accurata delle condizioni di illuminamento punto per punto nello spazio, considerando anche le caratteristiche al contorno quali l’apporto luminoso naturale, il contributo diretto e indiretto di altri corpi illuminanti e la rifrazione derivante dalla scelta dei colori dell’ambiente e dal tipo di finitura degli arredi.

         

        GLOSSARIO SINTETICO

        Selezione terminologie relative ai fondamenti dell’illuminotecnica

         

        Flusso luminoso [Φ]: quantità di luce emessa da un corpo illuminante e misurato in Lumen (lm).

        Intensità luminosa [I]: quantità di luce emessa in una certa direzione e misurata in Candele (cd). Il grafico che la rappresenta si chiama curva fotometrica (LVK).

        Illuminamento [E]: quantità di flusso luminoso che incide su una superficie e misurato in Lux (lx).

        Luminanza (L): descrive la luminosità percepita dall’occhio umano su una superficie e si misura in cd/mq.

        Potenza elettrica (P): energia assorbita in un’unità di tempo da parte della sorgente luminosa e si misura in Watt (W)

        Tensione di alimentazione: pressione che dalla sorgente di alimentazione di un circuito elettrico permette alla corrente di alimentare un corpo illuminante e si misura in Volt (V).

        Efficienza luminosa (K): valore relativo al rendimento luminoso ed i consumi energetici di una lampada, e definito dal rapporto tra flusso luminoso (Lumen) e potenza elettrica assorbita (Watt).

        Si precisa che l’efficienza luminosa per assonanza e similitudine di concetto, è spesso confusa con l’efficacia luminosa che consiste nel rapporto tra flusso luminoso e flusso radiante.

        Abbagliamento: sensazione visiva che può comportare la riduzione della capacità visiva (valore oggettivo) ed un conseguente disagio nella percezione della luce (componente soggettiva). Tale condizione può essere generata a causa di un’inadeguata distribuzione e/o contrasto delle luminanze nel campo visivo.

        Indice di resa cromatica IRC: definito anche con l’acronimo anglofono CRI (Color Rendering Index) indica come i colori sono percepiti dall’occhio umano ed è un importante parametro della percezione qualitativa della luce.

        Il valore dell’IRC è compreso tra 0 e 100: più l’indice di resa cromatica del corpo illuminante sarà alto, maggiore sarà la possibilità di riprodurre i colori in modo naturale.

        Temperatura di colore: valore espresso in Kelvin (K) che indica la tonalità della luce emessa da una sorgente luminosa, ed è compreso in una scala tra 1000 e 12000 K.  La normativa UNI 12464 suddivide le temperature colore in luce calda (< 3300 K), luce neutra (3300 K ÷ 5300 K) e luce fredda (> 5300 K).

        UGR: acronimo della definizione inglese Unified Glare Rating (Fattore di abbagliamento unificato) e viene utilizzato per valutare l’abbagliamento prodotto da diverse sorgenti luminose.

        Il valore UGR è compreso tra 10 e 30 e le normative di riferimento forniscono i valori consigliati per garantire un corretto confort luminoso e visivo in base alle specifiche tipologie di attività. In ogni caso si consideri che maggiore è il valore UGR, maggiore sarà l’abbagliamento ed il disagio percepito.

        LED: acronimo della definizione inglese Light Emitting Diodes (Diodo a emissione di luce). La tecnologia LED utilizza le capacità di alcuni materiali semiconduttori di emettere luce (elettroluminescenza) se attraversati da una tensione continua.

        Acustica: come migliorare il comfort sonoro negli ambienti

        Il controllo del rumore è essenziale per creare ambienti piacevoli e funzionali. La scelta di soluzioni fonoassorbenti, integrate con l’illuminazione, permette di ridurre il riverbero e migliorare la qualità della permanenza in qualsiasi spazio, dal residenziale al commerciale.

        GUIDA PRATICA PER LA CORREZIONE ACUSTICA DEL RIVERBERO IN OGNI TIPO DI AMBIENTE:

          Introduzione

          La progettazione di uno spazio è un’attività articolata che tiene in considerazione numerosi fattori.

          Una volta definite le caratteristiche generali dell’ambiente, si entra nel dettaglio delle singole voci che concorrono a rendere ciascuno spazio unico, piacevole e confortevole: individuare soluzioni tecniche che permettano di ottenere una condizione acustica ottimale risulta un elemento fondamentale in questo processo.

          LAMPADE.com™ ha sviluppato un’innovativa linea di lampade fonoassorbenti di design che si propongono come strumento per la simultanea gestione di comfort acustico ed illuminotecnico.

          Per agevolare l’individuazione della corretta soluzione tecnica ed il numero di elementi fonoassorbenti necessari per il trattamento di correzione acustica di ciascun ambiente, LAMPADE.com™, oltre a fornire un ampio catalogo di prodotti e suggestioni, propone una guida pratica semplificata per eseguire i calcoli acustici, che consentirà anche agli utenti non professionisti, di eseguire una progettazione acustica preliminare piuttosto accurata.

          Il presente approfondimento si articola in due parti:

          • Mini-guida pratica semplificata per il calcolo acustico
          • Glossario sintetico: selezione terminologie relative ai fondamenti dell’acustica
          MINI-GUIDA PRATICA SEMPLIFICATA PER IL CALCOLO ACUSTICO

          Riteniamo che la modalità più semplice ed immediata per trasmettere il corpus di conoscenze tecniche necessarie a una valutazione progettuale preliminare, non debba necessariamente richiedere l’approfondimento di complesse formule matematiche, ma possa altresì essere semplificato attraverso la trattazione di un semplice caso pratico di applicazione, in cui ciascuno potrà inserire i dati del proprio progetto, ricavando i valori dalle tabelle riportate in calce alla pagina.

          Il Metodo di Calcolo

          Introduciamo a questo punto il termine Tempo di Riverberazione, anche indicato con T60, che è il parametro che misura la qualità di risposta acustica di un ambiente ed è in pratica quella sorta di “coda sonora” più o meno prolungata, che si può ascoltare negli ambienti chiusi.

          Il Tempo di Riverberazione si esprime in secondi.

          Ogni tipologia di ambiente ha un Tempo di Riverberazione ottimale, da ricercarsi con l’intervento di correzione acustica e che corrisponde ai valori riportati nella Tabella 1 in calce a questa pagina.

          Ai fini dei calcoli acustici introduciamo una sola formula che potrà essere applicata ad ogni intervento.

          La formula consente di calcolare quale è il valore di T60 di partenza e quanta superficie fonoassorbente bisogna aggiungere per arrivare ad un T60 ottimale.

          Formula di Sabine:

          Dove V è il volume in metri cubi dell’ambiente di studio.

          La lettera α è il cosiddetto indice di fonoassorbimento, che è un valore caratteristico di ogni materiale edile e indica quanto suono viene assorbito e quanto viene riflesso, ad esempio il vetro ha un α = 0,02 e cioè un valore molto basso, in quanto riflette il 98% del suono che riceve e ne assorbe solo il 2%, mentre ad esempio la fibra di poliestere (materiale interno delle nostre lampade) ha un α = 0,90 ossia assorbe il 90% del suono che la raggiunge.

          Per individuare i valori α caratteristici dei vari materiali che compongono le superfici dei nostri ambienti si faccia riferimento alla Tabella 2 allegata in calce.

          I vari s1 – s2 – s3 – s4 sono semplicemente i metri quadrati delle varie superfici che compongono la stanza:

          s1 = pavimento

          s2 = soffitto

          s3 = pareti

          s4 = finestre

          Nel caso in cui le pareti siano diverse tra di loro in termini di materiali, si tratterà semplicemente di aggiungere altre superfici (s5, s6 etc.).

          Per una più immediata comprensione della metodologia di calcolo riportiamo di seguito un caso pratico di progetto.

          Esempio pratico di calcolo

          Supponiamo di voler individuare la tipologia ed il quantitativo di lampade fonoassorbenti da inserirsi in un ufficio con pianta di 4 x 5 mt (20 mq) ed altezza 3 mt.

          In questo caso ci interesserà calcolare la dimensione in metri quadri delle superfici fonoassorbenti necessari all’ottenimento del valore di T60 definito dal progetto.

          Il locale in oggetto ha il pavimento in laminato di legno (α =0,10), il soffitto in cartongesso ribassato (α =0,15), le pareti in muratura normale (α =0,05), ed una grande finestra di 3 mq (vetro α = 0,02).

          Calcoliamo quindi il valore di T60 di partenza, prima degli interventi di correzione acustica.

          Ai fini di calcolo si avrà pertanto:

          V = 60 mc

          s1 pavimento = 20 mq

          s2 soffitto = 20 mq

          s3 pareti = 51 mq

          s4 finestre = 3 mq

          Riprendendo la precedente Formula di Sabine

          *Tale analisi non considera la tipologia di arredo presente e l’eventuale contributo sul valore di riverbero effettivo.

          Per l’ambiente in oggetto (vedasi Tabella 1) il Tempo di Riverberazione T60 ottimale risulta pari a 0,90 secondi.

          Se ad esempio, ipotizziamo di utilizzare nel nostro allestimento lampade fonoassorbenti della linea CARTESIANA, che per le valutazioni illuminotecniche di progetto sono state definite in N.4 elementi installati in sospensione a soffitto, vediamo ora cosa accade in termini acustici.

          I lampadari acustici CARTESIANA in dimensione 70 x 140 cm hanno ciascuno una superficie fonoassorbente di 0,98 mq, che per N. 4 lampade corrisponde a 3,92 mq totali.

          Il valore di assorbimento α delle lampade è pari a 0,90.

          Inserendo questi materiali fonoassorbenti aggiuntivi nella precedente formula:

          Vediamo pertanto che il valore di progetto di T60 max 0,90 secondi è pienamente raggiunto.

          In realtà volendo approfondire un poco il tema si può affermare che nel reale caso di installazione il beneficio acustico sarà molto superiore, in quanto le lampade in sospensione presentano una superficie fonoassorbente esposta praticamente doppia.

          Ciò non corrisponde ad un miglioramento del 100% della prestazione acustica, in quanto il lato superiore non è direttamente esposto al suono, ma nella comune pratica la performance acustica risulta migliorativa per almeno il 20 %.

          Nel caso pratico preso in esame, la prestazione finale del T60, sarà pertanto verosimilmente prossima a 0,70 secondi.

          Tabelle

          Tabella 1 – Tempo di Riverberazione (T60) di progetto in base alla tipologia di ambiente. Alcuni esempi.

          Tabella 2 – Coefficienti di assorbimento acustico (valori di alfa) di alcuni materiali edili*

          *I produttori di materiali edili e di arredamento, indicano all’interno delle proprie schede tecniche il valore di fonoassorbimento (o assorbimento acustico) medio del materiale che potrà essere utilizzato nel calcolo del valore di T60. Per valutazioni più dettagliate del comportamento acustico del materiale, è possibile fare riferimento a diagrammi che riportano i valori di assorbimento riferiti alle singole frequenze espresse in ottave e/o terze di ottave (125 – 250 – 500 – 1000 – 2000 – 5000 Hz).

          GLOSSARIO SINTETICO

          Selezione terminologie relative ai fondamenti dell’acustica

          Acustica: scienza che studia il suono, le sue proprietà ed i meccanismi di propagazione, ricezione, dissipazione del rumore.

          Nell’ambito della fisica tecnica applicata viene definita acustica architettonica o ambientale ed analizza le caratteristiche dei fenomeni sonori che si verificano in un ambiente naturale o artificiale, in spazi aperti o confinati, per comprendere gli effetti che ne possano derivare.

          Fonoisolamento: definito anche isolamento acustico, fenomeno relativo alla trasmissione di rumore tra due o più ambienti adiacenti.

          Materiali fonoisolanti: materiali caratterizzati da un elevato potere fonoisolante (Rw) ed utilizzati nella composizione della stratigrafia dell’involucro edilizio e delle partizioni interne (orizzontali e verticali) per ottenere una riduzione o un impedimento della trasmissione delle onde sonore da un ambiente ad un altro, dall’esterno verso l’interno o viceversa.

          Da un punto di vista delle proprietà fisico chimiche, i materiali fonoisolanti hanno generalmente elevate caratteristiche elastiche e calibrata rigidità dinamica come per esempio l’EPS elasticizzato, fibre di poliestere in alta densità, fibra di legno, gomma granulare compatta, lane minerali, lana di legno, polietilene, etc.

          Fonoassorbimento: fenomeno relativo all’acustica interna di uno spazio confinato, che dipende dalle capacità di assorbimento acustico delle superfici che delimitano lo spazio, e degli arredi presenti in ambiente.

          Materiali fonoassorbenti: materiali caratterizzati da elevati valori di assorbimento acustico alfa (α) in grado di assorbire e dissipare l’energia sonora incidente. Questa dinamica permette di impedire la totale riflessione dei suoni sulle superfici, evitando effetti di riverbero (o rimbombo) elevati.

          I materiali fonoassorbenti sono utilizzati sottoforma di rivestimenti in continuo, pannellature acustiche modulari da soffitto e parete, arredi, tendaggi e negli ultimi anni l’elemento utilizzato per la gestione acustica ed illuminotecnica d’interni sono i lampadari fonoassorbenti.

          Da un punto di vista delle proprietà fisico chimiche, i materiali fonoassorbenti sono caratterizzati da combinazioni di spessore-densità che consentano, in base alle specifiche esigenze, di ottenere elevate prestazioni alle varie frequenze.

          Coefficiente di fonoassorbimento (α): detto anche assorbimento acustico, è un valore numerico compreso tra 0 e 1 che indica il rapporto tra energia sonora assorbita e quella incidente. Maggiore è tale valore, migliore sarà la capacità del materiale di assorbire il suono.

          Il valore alfa varia a seconda delle frequenze: lo strumento utilizzato dai tecnici per valutare la compatibilità del prodotto rispetto allo specifico progetto acustico, è un grafico che riproduce l’andamento del coefficiente di assorbimento acustico alle singole frequenze (espresse generalmente in ottave o terze di ottave).

          Area equivalente di assorbimento acustico (A): valore spesso indicato nelle schede tecniche dei materiali edili, e che rappresenta il valore di fonoassorbimento α considerato nelle frequenze centrali 500/1000 Hz e parametrato rispetto ad una superficie (per esempio un modulo standard di rivestimento per parete, oppure pannellature acustiche etc.). Il valore A non è da considerare pertanto come valore assoluto, ma relativo ad uno specifico materiale in una precisa dimensione.

          Classi di fonoassorbimento: classificazione secondo la norma UNI EN ISO 11654:1998 (Acustica – Assorbitori acustici per l’edilizia – Valutazione dell’assorbimento acustico) che indica le caratteristiche fonoassorbenti di un materiale, con indici di prestazione compresi tra la Classe A – altamente assorbente (α ≥0,90) e la Classe E – Poco assorbente (α ≤0,90).

          Tempo di riverberazione (o riverbero): valore espresso in secondi che indica il tempo necessario al suono per ridurre la propria intensità all’interno di uno spazio confinato. Il Tempo di riverberazione o TR rappresenta pertanto, il parametro utilizzato per definire la qualità acustica di uno spazio: maggiore risulta essere il valore del riverbero stimato o misurato, maggiore sarà la sensazione di rimbombo percepita.

          Nella prassi progettuale viene considerato il valore di T60, che considera come riferimento un decadimento dell’intensità sonora di 60 dB.

          Nel caso in cui tale decadimento sia difficilmente misurabile o definibile, come per esempio per la presenza di rumori di fondo elevati o specifiche caratteristiche del suono campione, vengono considerati valori più contenuti come 30 dB (T30) o 20 dB.

          Riverbero: comunemente definito rimbombo o eco, il riverbero del suono è un fenomeno acustico legato alla riflessione dell’onda sonora sulle superfici che essa incontra durante il proprio percorso (pareti, soffitti, arredi etc.), e quantificato numericamente mediante l’analisi del Tempo di riverberazione.

          Decibel (dB): unità di misura dell’intensità sonora, utilizzata nella prassi progettuali per valutare l’entità di un suono, il valore di un intervento di fonoisolamento, le caratteristiche di fonoimpedimento di un materiale edile.

          Intelligibilità del suono: caratteristica fondamentale nell’analisi acustica di un ambiente in cui vengono svolte attività oratorie (scuole, uffici, sale conferenza, auditorium etc.) ed indica la comprensibilità di suoni e parole tra sorgente e ricevente. La qualità di trasmissione dei suoni è determinata ed espressa in valori da 0 a 1 sotto forma di STI (Speech Transmission Index).

          Certificazioni e Marcatura CE: sicurezza e qualità garantite

          Acquistare lampade di design significa scegliere prodotti non solo esteticamente raffinati, ma anche sicuri e conformi agli standard di qualità. Le nostre soluzioni illuminotecniche rispettano le normative europee e sono sottoposte a rigorosi controlli per garantire sicurezza, efficienza e durabilità.

            introduzione

            Le lampade fonoassorbenti sono dispositivi tecnici di recente introduzione sul mercato e per tale motivazione non esiste alla data odierna una specifica normativa armonizzata di settore che ne determini i corretti criteri di costruzione meccanica ed elettrica, ai fini delle classificazioni, certificazioni tecniche e marcatura CE.

            LAMPADE.com, nella progettazione e sviluppo tecnico dei suoi prodotti, utilizza componenti che rispondono ai più elevati standard qualitativi e di sicurezza e, con particolare riferimento alla sorgente luminosa, ha selezionato tipologie di corpi illuminanti conformi ai criteri contenuti nella Norma CEI EN IEC 60598-1:2021-04 (CEI 34-21) “Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali e prove”.

            La società Spandre S.r.l. proprietaria in piena titolarità e disponibilità del marchio registrato LAMPADE.com e produttore diretto in Italia di tutte le lampade a marchio LAMPADE.com, provvede a rilasciare su richiesta all’atto dell’acquisto, un formale certificato di conformità dei propri prodotti, completo dei dettagli della specifica fornitura (riferimenti contrattuali ed estremi dei ddt di consegna spedizione). 

            RISPONDENZA ALLE DIRETTIVE CEE

            I requisiti essenziali di sicurezza degli apparecchi luminosi, sono definiti dalle direttive europee ed al costruttore spetta l’obbligo di rispettali. Uno dei mezzi per rispondere alle direttive è quello di applicare le norme armonizzate di riferimento.

            Le principali direttive europee che riguardano il settore dell’illuminazione sono:

            • La Direttiva Bassa Tensione (LVD – Low Voltage Directive): Dir. 2014/35/UE recepita con DL n.86 del 19/05/2016, si applica a tutto il materiale elettrico compreso nel campo di tensione tra 50 e 1000V nel caso di corrente alternata e tra 75 e 1500 V nel caso di corrente continua. Si precisa che la presente LVD supera e sostituisce le precedenti direttive 2006/95/EU e 73/23/CEE.
            • La Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (EMC- Electromagnetic Compatibility): Dir. 2014/30/UE recepita con D.L. 194/2007 e successive modifiche secondo DL 80/2016, stabilisce le prove da eseguire sui prodotti per per assicurare che dispositivi elettrici ed elettronici (AEE) funzionino correttamente senza causare o subire interferenze elettromagnetiche.

            Per ciascun prodotto, o famiglia di prodotti il costruttore o il suo rappresentante nella comunità europea, sotto la propria responsabilità, deve redigere una dichiarazione di conformità e preparare il fascicolo tecnico.

            Il rispetto delle direttive europee (ed anche delle leggi italiane che le hanno recepite), impone infine l’apposizione della “marcatura CE” che attesta la rispondenza del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza richiesti dalle direttive comunitarie applicabili al prodotto in questione.

            CARATTERISTICHE TECNICHE E COSTRUTTIVE DEI MANUFATTI LAMPADE.com

            Le scelte progettuali di LAMPADE.com prevedono il rispetto dei più elevati standard qualitativi ed il più rigoroso rispetto delle normative sulla sicurezza: si è pertanto scelto di realizzare le nostre lampade esclusivamente con corpi illuminanti di elevatissima qualità, aventi le caratteristiche generali di seguito descritte.

            • Infiammabilita’

            Ai fini della norma EN 60598 (Classificazione secondo l’infiammabilità del piano d’appoggio), è previsto l’uso di corpi illuminanti muniti del più elevato livello di certificazione di grado F

            Gli apparecchi di grado F possono essere installati anche su superfici normalmente infiammabili in quanto costruiti in modo tale che sulla superficie del piano di appoggio non si sviluppino temperature elevate, con valori di normativa che non devono eccedere i 130°C in esercizio.

            Le sorgenti luminose led ed i corpi lampada impiegati da LAMPADE.com nella realizzazione dei propri apparecchi di illuminazione, prevedono temperature di esercizio estremamente inferiori ai valori di legge e non eccedenti i 60°.

            Per tutti i modelli di lampada che per esigenze costruttive ed illuminotecniche prevedano l’inserimento di corpi illuminanti di grado inferiore ad F ed ai fini di una ulteriore elevazione dei margini di sicurezza nell’uso pubblico e domestico dei dispositivi, LAMPADE.com prevede in ogni caso il contatto esclusivo dei corpi illuminanti con materiali ignifughi certificati al fuoco in Euroclasse B-s1,d0 e B-s2,d0, secondo normativa UNI EN 13501-1:2019 (Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione). I materiali utilizzati dispongono altresì della conformità Classe 1 di Reazione al Fuoco, ai sensi del metodo di classificazione secondo normativa italiana UNI 9177, precedente alla introduzione della classificazione Euroclasse Europea (D.M. del 14 Ottobre 2022).

            • Classificazione secondo il tipo di protezione contro la scossa elettrica

            Tutte le lampade LAMPADE.com sono previste, a seconda del posizionamento, in classi di protezione che consentono di indicare il tipo di isolamento necessario per assicurare la protezione contro la scossa elettrica.

            • Marchiatura ENEC – TÜV – RoHS

            Tutti i corpi illuminanti incorporati nelle lampade fonoassorbenti LAMPADE.com sono corredati di marchiature che ne attestano la conformità per l’applicazione nel mercato comunitario Europeo quali ENEC – TÜV – RoHS.

            • Grado di protezione IP

            Tutti i corpi illuminanti incorporati nelle lampade fonoassorbenti LAMPADE.com prevedono un grado di protezione IP (protezione alla penetrazione di corpi solidi e liquidi) pari ad almeno IP 44. Per particolari casistiche di installazione possono essere integrati corpi illuminanti con grado di protezione superiore.

            • Materiali

            Le lampade fonoassorbenti LAMPADE.com, si compongono di una componente acustica realizzata con rivestimenti e coibenti acustici ignifughi in poliestere e non prevedono l’utilizzo e la presenza di FAV (fibre artificiali vetrose, lane di vetro e lane di roccia) e non vi è pertanto presenza di formaldeide, né possibilità di dispersione di polveri inalabili in ambiente. Questo aspetto è da considerare con estrema attenzione poiché l’utilizzo di materiali fibrosi, pur essendo ancora ammesso a livello legislativo, risulta quantomeno sconsigliabile in ogni tipologia di spazio confinato in cui si trascorrano molte ore, sia esso di tipo pubblico, scolastico, lavorativo o domestico.

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